Roberto Bortolin
Studio Terapeutico
Méthodes de thérapies avec le label de qualité RME
- Brain Gym
- Masseur/Masseuse médical-e avec brevet fédéral / certifié-e CRS (Mass. méd.)
- Santé par le toucher
- Massage du tissu conjonctif (Mass. méd.)
- Electrothérapie (Mass. méd.)
- Massage des zones réflexes du pied (Mass. méd.)
- Hydrothérapie (Mass. méd.)
- Massage classique (Mass. méd.)
- Cataplasmes/Enveloppements (Mass. méd.)
Domaine d’activité
In particolare:
- Ginnastica correttiva, formativa e educativa per bambini e adolescenti con disturbi e/o difficoltà posturali ??? .
- Ginnastica medica/postulare per adulti e terza età.
- Terapie ortopediche, rieducazione neuro-motoria.
- Massaggi medici.
- Counseling psicogenerativo (sostegno nel disagio psicosomatico e psico-relazionale del bambino, dell'adolescente e dell'adulto).
- Coaching mentale per sportivi e professionisti.
Su appuntamento: sedute Online di Counseling psicogenerativo, Coaching mentale e Consulenza alla salute.
Actualités
Riconosciuto dalle Casse malati con copertura per prestazioni di medicina complementare.
Con regolare autorizzazione cantonale al libero esercizio quale Terapista di medicina complementare.
Heures d’ouverture
Lu-Ve
08.00 - 12.00
14.00 - 19.00
Su richiesta, anche sul mezzogiorno e il sabato.
Équipement
Lo Studio, oltre a disporre di un atrio d'attesa e di un ufficio in cui sono accolti gli utenti, dispone di due locali spogliatoio, di 2 bagni (uno con doccia), di 2 locali con lettino sia per lo svolgimento delle terapie ortopediche manuali passive (massaggi terapeutici, mobilizzazioni muscolo-articolari, ecc.), sia per le terapie kinesiologiche. Inoltre, lo Studio si avvale di un locale palestra per lo svolgimento delle sedute di ginnastica posturale (medico-ortopedica per adulti e anziani) e di ginnastica correttiva, formativa e educativa per bambini e adolescenti. La palestra, al fine di poter ben operare per il recupero e il mantenimento degli equilibri posturali dell'utente, è attrezzata di spalliera, anelli, sbarre e corrimano d'appoggio, specchio di controllo, materassi e materassini, palloni medicinali e varie palle, bastoni e clave, racchette da tennis, monopattino, mini-trampolino, piccoli pesi, ecc.
Langues de traitement
allemand / français / italien
Transport individuel
Lo Studio terapeutico è situato in via Boscioro 12 a Viganello, a 50 metri dalle Scuole medie cantonali di Viganello (medesima strada) e proprio di fronte alla SAMS (Scuola d'arti e mestieri di Sartoria). Esso è ubicato in una palazzina di 6 piani colore rosa-salmone: l'entrata dello Studio, a pianterreno, è posizionata sul lato sinistro della casa rispetto all'entrata principale. La palazzina dispone di un cortile interno con posteggi privati, di cui il numero 7 e 8 sono a disposizione degli utenti dello Studio terapeutico.
Inoltre, nelle immediate vicinanze, si può usufruire di numerosi posteggi in zona blu.
Transport public
Lo Studio terapeutico è situato a 100 metri dalla fermata "Ponte Madonnetta", autobus TPL n° 5, linea Vezia-Pregassona.
Accessibilité
parking à proximité / places de parking privées / à proximité d’un bus ou d’un train
Associations et adhésions
TERAPIE ORTOPEDICO-RIABILITATIVE
1981-1983: Formazione biennale presso la Fachschule für medizinische Massage und Chiropodie, San Gallo. (Anno di pratica professionale presso il reparto di fisioterapia della Clinica militare di Novaggio, primario Dr. Med. E. Schwarz / Dr. Med. Von Orelli, capo-fisioterapista signor F. Ferrari).
1986-1989: Formazione triennale (teorica e pratica) per l’insegnamento della Ginnastica medico-ortopedica, Prof. G. Miez, Lugano.
Dal 1986 a oggi (Corsi di perfezionamento)
Corso di Massaggio Integrativo livello I e II, Dr.ssa G. Giolla, Milano.
Corso di Practitioner e Master Practitioner in Massaggio terapeutico TIB, Dr. G. Chetta, AssoTib, Arcore-Milano.
Corso di Ginnastica d’integrazione posturale, Dr. G. Chetta, AssoTib, Arcore-Milano.
TERAPIE KINESIOLOGICHE
Corso Touch for Health (Kinesiologia) livello I-II-III-IV, IKZ-Collegio internazionale di Kinesiologia, Zurigo, docente sig.ra M. Scalisi.
Corso di Kinesiologia e performance nello sport, prof. G. Cerasoli, Milano.
Corso Touch for Health in-depth, dott. Maurizio Piva, Maderno.
Corso Brain Gym I e II, IKZ, docente sig.ra M. Scalisi.
Corso Basic One Brain e Tools of the Trade, dott. G. Tassone, Giubiasco.
Corso di formazione in Fisiologia Applicata, prof. M. Pitt (Lyon), Bioggio.
Corso Educational Kinesiology In-Depth, Le sette dimensioni dell'intelligenza, docente sig.ra Poggi Patrizia, Vernate.
TERAPIE DI RECUPERO DAL DISAGIO PSICOLOGICO E PSICO-SOMATICO
2001-2002: Corso di Formazione supplementare in psichiatria sociale, SSPS-Società Svizzera di Psichiatria Sociale, sezione della Svizzera italiana, sede scolastica OSC Mendrisio.
2007: Corso Anamnesi/diagnostica e Psicologia/psicosomatica, prof. S. Branca, Scuola Medico-Tecnica di Trevano-Canobbio.
2008-2011: Corso di Formazione in Psicopedagogia, indirizzo Counseling psicogenerativo, Istituto IRG-Istituto Ricerche di Gruppo, dir. prof. F. Marcoli, Lugano.
2012-2015: Corso di Formazione in Coaching Mentale per sportivi, Istituto IRG-Istituto Ricerche di Gruppo, dir. prof. S. Branca, Lugano.
ALTRE TERAPIE
Seminario di sofrologia, livello I, dott. Abrézol. Friborgo.
Seminari e corsi di eutonia, sig.ra S. Fournier. Lugano.
Corso monitori Halliwick per l’insegnamento della ginnastica medica in acqua, Lega svizzera contro i reumatismi, Teufen.
Corso Monitore GS 1 di ginnastica artistica femminile e Monitore GS 1 di nuoto.
ATTIVITÀ E COLLABORAZIONI PROFESSIONALI
1982-1983: Impiego presso la Clinica militare di Novaggio, praticantato nel reparto di fisioterapia, primario Dr. Med. E. Schwarz / Dr. Med. Von Orelli.
1983-1986: Impiego presso il Fisiocentro Eden, Lugano, direttore Dr. Med. reumatologo W. Blum.
1986-2002: attività indipendente, Scuola Miez, Lugano-Paradiso.
Dal 2002 a oggi: attività indipendente, Studio terapeutico Roberto Bortolin, Lugano-Viganello.
1987-1989: Collaborazione con la Lega Ticinese contro il Reumatismo, sezione Lugano, per l’organizzazione e svolgimento dei corsi di ginnastica medica in acqua.
1988-1994: Collaborazione con il Foyer di Comunità famigliare “Casa di Pictor”, Sagno, per lo svolgimento di un programma terapeutico nei confronti dei giovani utenti del Foyer, a favore del recupero dal disagio psico-fisico e relazionale.
1991-1998: Collaborazione con l’Associazione svizzera del Morbo di Parkinson, sezione Lugano, per lo sviluppo/insegnamento del programma di ginnastica medica per parkinsoniani.
2002-2009: Collaborazione con l’Associazione ticinese Pro Chiropratica, Lugano: responsabile dei corsi della sezione Sottoceneri e insegnante per la ginnastica medico-ortopedica.
INOLTRE
A oggi, collaborazione con diverse società sportive del Cantone (calcio, ginnastica artistica, canottaggio, sci, ecc.), come terapista della riabilitazione, consulente per il controllo della postura, allenatore e preparatore atletico, coach mentale e counselor.
Redazione di testi e svolgimento di lezioni d’approfondimento per docenti/monitori delle differenti discipline sportive (“Influssi del disagio psicologico sull’apparato muscolo-scheletrico”, “Coordinazione e integrazione posturale”, ecc.).
ASSOCIAZIONI D'APPARTENENZA
Membro A NVS - Associazione svizzera di Naturopatia, Herisau
Membro A EMR - Associazione Registro di medicina empirica, Basilea.
Membro SSPS - Associazione svizzera di psichiatria sociale, Berna.
Membro dell’Associazione Touch for Health Verein Schweiz, Zurigo.
Con Autorizzazione cantonale all’esercizio della professione quale Terapista di Medicina Complementare.
Enregistré(e) au RME
depuis février 2000
La postura
Una buona postura è determinata in particolar modo da una corretta funzione muscolo-articolare del piede, da un simmetrico e preciso appoggio ed equilibrio del peso del corpo attorno al suo centro di gravità (zona lombare e pelvi) e dalla contrazione bilanciata dei muscoli attorno alla colonna vertebrale e in ciascun arto.
Una buona postura favorisce le funzioni del corpo: la posizione stessa richiede il minimo sforzo per essere mantenuta sottoponendo alla minore tensione muscoli, legamenti e ossa. Oltre all’importante ruolo che i muscoli e le ossa giocano nella funzione del movimento e nella produzione del calore, parecchie altre strutture concorrono al mantenimento della postura. Il sistema nervoso è responsabile dell’esistenza del tono muscolare e inoltre regola e coordina l’intensità delle tensioni esercitate dai singoli muscoli; anche il sistema respiratorio, digerente, cardio-circolatorio, escretore ed endocrino contribuiscono a mettere i muscoli in condizione di mantenere la postura, a conferma che tutte le funzioni del corpo sono interdipendenti mediante la rete connettivale dell’intero organismo.
L’adattamento posturale che ogni individuo spontaneamente adotta alle sollecitazioni fisiche, psichiche ed emozionali, è garantito da importanti meccanismi fisiologici che sono principalmente determinati dal cervello, dal cervelletto, dal talamo e ipotalamo, dalla ramificazione nervosa, dalle funzioni vestibolari (labirinto), dai recettori visivi, dagli esterocettori di tatto e pressione (in particolare della pianta del piede) e dai propriocettori di capsule articolari, tendini, muscoli e viscere.
Infatti, ogni movimento corporeo, sia esso una spinta, una trazione, una rotazione, una flessione, una contrazione, ecc. in grado di modificare l’equilibrio lungo l’asse cefalo-podalico, avrà come risposta uno spontaneo e dinamico atteggiamento di correzione o spinta compensativa; azione che, a sua volta, attiva il fenomeno di registrazione e di programmazione del movimento (memoria motoria o corporea).
L’apparato locomotore, che è composto di 206 ossa e oltre 600 muscoli scheletrici che coinvolgono, con le loro continue contrazioni, le giunture articolari determinandone il movimento, non ama restare nella stessa posizione per più di una ventina di minuti.
Il movimento scioglie e fortifica tutta la costituzione corporea che, non dimentichiamo, è sottoposta alla costante presenza della forza gravitazionale che la assoggetta ad una lenta quanto fisiologica modificazione dei suoi tessuti strutturali: ossa, cartilagini, muscoli, tendini e legamenti. Naturalmente, la mancanza di regolare movimento fisico e una cattiva posizione richiederà ai muscoli e alle articolazioni uno sforzo maggiore per contrastare la gravità, conducendo in breve tempo all’affaticamento d’intere catene del sistema tonico posturale.
Inoltre, il terreno piano, poco neurotonico per il sistema d’adattamento posturale, e l’utilizzo di calzature inadeguate e altri ulteriori e importanti situazioni di disturbo fisico, quali traumi, cicatrici, fratture mal riposizionate, sublussazioni articolari, paresi, eccetera, col tempo possono facilmente procurare dei veri e propri “difetti di adattamento”. Tali ostacoli procureranno un aumento degenerativo dei tessuti articolari della colonna vertebrale (osteocondrosi, discopatie, ernie discali, ecc.), dell’anca (coxartrosi), del ginocchio (gonartrosi, meniscopatie, ecc.), dei tendini, dei legamenti, dei muscoli, eccetera, finanche l’intrappolamento dei nervi, blocchi respiratori, disturbi digestivi, cattiva circolazione, problemi d’equilibrio, di coordinazione motoria e altro ancora.
Anche un forte e continuo disturbo fisico può portare ad un indebolimento dello stato psicologico dell’individuo; nondimeno, all’opposto, è sempre più evidente che anche importanti situazioni di disagio psico-emotivo quali stress, shock, depressioni, alcoolismo, eccetera, sono in grado di compromettere fisiologicamente la corretta spinta compensativa, favorendo l’alterazione degli equilibri posturali.
Il compito delle terapie ortopediche/posturali è quello di ripristinare i corretti gesti motori, in statica e in deambulazione, con un intervento terapeutico multidisciplinare tale da riportare il sistema tonico posturale in un normale ambito fisiologico.
Terreno piano: l'importanza del piede per una corretta postura
L’uomo è l’unico mammifero ad aver conquistato il bipodalismo: condizione, questa, che gli ha permesso la migrazione dei muscoli masticatori in direzione caudale, rendendo possibile l’espansione cranica e quindi lo sviluppo della corteccia cerebrale.
A differenza di tutti gli altri mammiferi che stanno sulle zampe e camminano in modo corretto poco tempo dopo la nascita, nell’uomo il passaggio al bipodalismo avviene a circa un anno di vita. La deambulazione, dapprima appresa e poi automatizzata a seguito dello sviluppo di strutture nervose e muscolo-scheletriche relative, diventerà totalmente efficiente solo circa a 6 anni.
Infatti, attorno ai 5-6 anni, si formano e si stabilizzano le curve vertebrali grazie alla maturazione estero-propriocettiva del piede che, con il suo tipico movimento articolare ad “elica”, è quindi il primo responsabile dello sviluppo strutturale degli arti inferiori e delle modificazioni delle curve vertebrali in posizione eretta.
La fisiologica lordosi lombare, che si forma e si stabilizza a partire dalla formazione di una fisiologica e stabile volta plantare, libera il tronco cefalico da uno stato di ipertonicità, determinando così anche la cifosi dorsale e la lordosi cervicale. Il completo sviluppo della funzione posturale avviene invece abitualmente verso gli 11 anni e resta poi stabile sino a circa 65 anni.
I piedi, che rappresentano il punto fisso al suolo su cui grava l’intero peso del corpo, sono abituati da milioni di anni ad adattarsi al meglio al terreno naturale; il loro importante “movimento ad elica”, determinato dall’azione di 20 muscoli che agiscono su 33 articolazioni, adempie efficacemente il costante compito di stimolare il nostro sistema cibernetico a autoregolarsi, autoadattarsi e autoprogrammarsi (correzione e bilanciamento dinamico-posturale).
Quindi, quanto più il piede è confrontato ad un terreno che presenta delle variazioni, quanto più il nostro sistema d’adattamento viene stimolato ad una regolazione fine e corretta nel proprio funzionamento.
All’opposto, possiamo considerare il terreno liscio e piano come una negativa “sofisticazione ambientale”, una “manomissione dell’andatura” che influisce negativamente sulla nostra salute. In particolar modo, un’insufficiente mobilità del piede si rende senza dubbio responsabile di tensioni ad intere catene muscolo-articolari, causando dolori alla schiena, al collo, alle spalle, agli arti, e spesso portando fino allo spostamento della mandibola con conseguente disallineamento della dentatura.
Gli studi sulla postura confermano che Il nostro sistema locomotore, che reagisce male al terreno piano, crea una iperlordosi lombare, ovvero un eccessivo inarcamento nella regione inferiore della schiena cui, di norma, farà seguito una posteriorizzazione del baricentro (centro di gravità generale del corpo). All’iperlordosi lombare e alla rotazione del bacino viene associata l’apparizione di una scoliosi funzionale, che nei casi più gravi, in modo particolare durante la crescita e in età avanzata, causa importanti deformità vertebrali (scoliosi strutturale).
Da parecchi decenni, infine, la cattiva abitudine dell’uso della scarpa col tacco si è resa complice dello spostamento e dell’errato caricamento del peso del corpo sulle teste metatarsali, oltre che del raccorciamento patologico del tendine d’Achille. Tale modificazione ossea del piede, a sua volta, influenzerà negativamente l’uso corretto dell’articolazione del ginocchio e l’angolo di pressione e di lavoro della testa femorale all’interno dell’acetabolo, determinandone una prematura degenerazione (artrosi all’anca). Tutto ciò comprometterà facilmente i rapporti fisiologici delle articolazioni della zona pelvica, aumentando ulteriormente l’iperlordosi lombare e creando delle perturbazioni ascendenti-discendenti lungo le articolazioni del tratto toraco-cervico-craniale.
L’iperlodosi lombare, che risulta essere primaria nelle alterazioni posturali, viene di seguito compensata in diversi modi in tutto il corpo. Queste compensazioni altro non sono che “forzature” che il nostro cervello, tramite il sistema tonico posturale, è costretto a chiedere a muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari, articolazioni, nervi, organi, ecc., al fine di ottenere una postura il più possibile stabile su un terreno a noi non congeniale. In particolar modo, saranno soprattutto i muscoli lombosacrali, i muscoli ilio-psoas e i muscoli paravertebrali a dover compensare lo squilibrio posturale, caricandosi a loro volta di vere e proprie dolorose tensioni.
Il piede stesso, nel suo meccanismo ammortizzante, può inoltre sviluppare delle patologie congenite come ad esempio i piedi piatto o cavo: col tempo, tali difetti sono in grado di modificare la pressione e la statica sulle ginocchia e sull’anca, favorendo una degenerazione articolare varica o valga (gambe a X o a O).
Come descritto, però, è soprattutto quando le estremità plantari vengono stimolate in maniera scorretta dalle ipersollecitazioni da terreno piano e calzature inadatte che “ci tiriamo la zappa sui piedi”, procurandoci dolorose podo-patologie, quali metatarsalgie, neuroma di Morton, spina calcaneare, dita a martello o ad artiglio, callosità, tendiniti, legamentiti, miositi, eccetera.
Problemi scheletrici d'origine posturale
La struttura corporea è costantemente sottoposta alla naturale forza gravitazionale, subendone il regolare carico. Qualora, però, l’apparato locomotore subisca importanti alterazioni posturali, esso presenterà sempre l’apparizione di tensioni e carichi non fisiologici nelle molteplici e complesse strutture muscolari e articolari, andando così incontro ad artrosi precoci, tendiniti, tendosinoviti, miositi, artrosinoviti, borsiti, legamentopatie, neuropatie, calcificazioni, cisti sinoviali, lipomi, eccetera.
Tramite la fascia connettivale, un vero e proprio secondo scheletro fibroso che connette tutte le parti del corpo e che costituisce circa un sesto del peso corporeo, i muscoli sono in realtà strutturati e collegati fra di loro in lunghe catene muscolari. La lunghezza d’ogni singolo muscolo è strettamente legata a quella di tutti i muscoli appartenenti alla stessa catena, ed è facile immaginare come malposizionamenti delle varie parti del corpo saranno in grado di creare tensioni ad intere catene muscol-articolari e, di riflesso, interferire anche sulla posizione e la funzionalità degli organi interni interessati.
Ad esempio, tralasciando le gravi patologie muscolo-scheletriche d’origine congenita, la posizione sbagliata del bacino porterà, come logica conseguenza, ad un’anomala rotazione dei colli femorali che, a loro volta, saranno responsabili delle tensioni patologiche della muscolatura della zona pelvica e dell’apparizione precoce di un’artrosi dell’articolazione coxofemorale. L’errata posizione del femore, lo squilibrio ponderale e la scorretta compressione delle capsule articolari, dei legamenti, dei tendini e dei muscoli interessati, col passare degli anni procureranno vari e importanti effetti patologici, tra cui coxalgie e pubalgie, oltre ad una maggior esposizione all’aumento dell’osteoporosi e la temuta frattura del femore in età avanzata. Inoltre, un’asimmetria a livello del bacino (un emibacino più antiverso o retroverso rispetto all’altro) è in grado di simulare una falsa dismetria degli arti inferiori.
Durante la fisiologica locomozione, l’arto inferiore, nella fase monopodalica (ogni qualvolta si fa un passo) è caricato all’altezza dell’articolazione coxofemorale per un peso pari a 2-3 volte quello del corpo. Tale sollecitazione viene in gran parte trasmessa al collo del femore che, assieme al bacino, viene stabilizzato dai legamenti e tutelato nel movimento dalla muscolatura gluteale, dai muscoli adduttori e abduttori, dal muscolo piriforme, il muscolo tensore della fascia lata e altri ancora.
Come detto, il femore così ruotato, procura in particolar modo una sovratensione del piccolo muscolo piriforme, la cui alterazione strutturale (aumento del volume e della rigidità) andrà a irritare il nervo sciatico, irradiando così dolore e parestesie nella zona gluteale e dell’arto inferiore (sciatalgia). La sindrome del piriforme induce talvolta un’errata diagnosi di ernia del disco lombare.
Le alterazioni della posizione dell’anca (intra o extrarotazioni femorale), a loro volta, si riflettono inevitabilmente anche sul ginocchio, procurando vere e proprie modificazioni strutturali, di cui la gonartrosi in valgismo o in varismo e le meniscopatie sono le manifestazioni più evidenti. Procedendo verso il basso, avremo possibili disturbi alla muscolatura della gamba e all’articolazione tibio-tarsica, che potrà presentare anch’essa un atteggiamento in valgo o in varo, oltre a tensioni e usure precoci delle altre parti strutturali del piede.
Ritornando a parlare di schiena, lo squilibrio delle catene muscolari in determinate zone critiche della colonna vertebrale (ultime vertebre inferiori cervicali e lombari) comporta il disallineamento vertebrale e la creazione di momenti di forza in grado, col tempo, di provocare forti dolori e vere e proprie degenerazioni articolari, con scivolamenti in avanti o indietro di una o più vertebre rispetto alle altre. Ciò nondimeno, anche le spalle, le braccia, i gomiti e la mano potranno perdere parte della loro funzionalità fino a causare dolorose patologie quali, ad esempio, periartriti omero-scapolari, epicondiliti, borsiti, eccetera.
Un insufficiente movimento ginnico sommato a periodi troppo lunghi passati seduti, a postumi di eventi traumatici importanti con cicatrici estese, a disfunzioni mio-funzionali, stress, alimentazione poco appropriata, ecc., con gli anni, possono condurre a situazioni in cui anche le pressioni regolatrici dei movimenti intraddominali e intratoracali vengono ridotte gravemente, compromettendo soprattutto le importanti funzioni respiratorie, cardio-circolatorie, di digestione, di evacuazione, e altro ancora.
La soluzione per liberarsi dal dolore dovuto alla forte tensione dei muscoli interessati alla stabilizzazione delle articolazioni, sarà quella di modificare permanentemente l’atteggiamento posturale con una vera e propria ginnastica di rieducazione posturale. Essa, anche mediante il prezioso contributo di specifici massaggi terapeutici e altri efficaci interventi curativi, sarà in grado di liberare i muscoli e le articolazioni dai dolorosi malposizionamenti, annullando la forza che sposta i corpi vertebrali dalla loro sede originale. In questo modo, ripristinando gli equilibri posturali, si curano efficacemente patologie quali cervicalgie, brachialgie, dorsalgie (scoliosi e ipercifosi), lombalgie, lombo-sciatalgie, sciatalgie, discopatie, ernie del disco, periartriti scapolo-omerali, epicondiliti, eccetera.
Disfunzioni organiche d'origine posturale
Il tessuto connettivo o fascia connettivale è in realtà un vero e proprio secondo scheletro, questa volta fibroso, che connette tutte le parti del corpo. Esso costituisce circa il 16% del peso corporeo ed è facile immaginare come malposizioni delle varie parti del corpo saranno in grado di creare tensioni sia fisiche che fisiologiche agli organi interessati.
Così, ad esempio, uno scorretto posizionamento del bacino potrà comportare difficoltà a tutti gli organi in esso contenuti, con conseguenti potenziali problematiche di tipo urologico, ginecologico e viscerale. Una cattiva postura può alterare la tensione dei muscoli respiratori e del muscolo diaframma il quale, essendo a stretto contatto con gli organi vitali dell’addome e del torace, ne condiziona la fisiologica respirazione. Inoltre, un diaframma in retrazione favorirà problematiche circolatorie, dato il suo fondamentale ruolo come pompa per il ritorno sanguineo tramite l’azione di pressione-depressione sugli organi toracici e addominali, e l’iperlordosi lombare, date le sue inserzioni sul rachide lombare.
Postura e disagio psicologico
Oggigiorno, oltre alla persistente presenza di tutta una serie di disturbi di carattere posturale e organico, si è preso atto che l’individuo è sempre più soggetto a manifestare dei veri e propri sintomi ricollegabili al disagio psicologico con cui egli vive, in particolar modo, il confronto diretto con l’ambiente psico-sociale spesso distorto, confuso, mal competitivo e sfavorevole alla sua tranquillità.
Nel bambino, nell'adulto e nell'anziano che mostrano una certa stabilità psicologica, tale raffronto viene perlopiù superato grazie all'utilizzo appropriato delle proprie risorse psicologiche. Tuttavia, per talune persone, alcuni particolari aspetti della quotidianità risultano davvero difficili da superare, originando un tale disagio esistenziale in grado di indebolire ulteriormente l’individuo nel suo equilibrio psico-fisico, finanche al punto di procurare l'apparizione sintomatica di stati d’ansia, panico, angoscia, stress, disturbi del sonno, apatia o astenia fisica e intellettuale, eccetera.
Come facilmente immaginabile, col tempo questi disturbi tendono a ridurre il naturale desiderio di aprirsi al contatto con le altre persone, l’entusiasmo verso la conversazione, il gioco e, non di meno, la ricerca del piacere e dell’espressione corporea.
Una situazione combinata di forte disagio psicologico e insufficiente attività motoria può portare senza dubbio alla manifestazione di dolorose alterazioni delle tensioni muscolo-scheletriche e di vari disturbi del metabolismo (processo di psico-somatizzazione).
Il movimento scioglie e fortifica i muscoli e le articolazioni, favorisce il recupero del piacere corporeo e, non da ultimo, risveglia sentimenti d'entusiasmo e d'allegria.
Si può quindi affermare che, nella sua forma più estesa, ogni tipo d’attività motoria che favorisce il recupero del benessere posturale, è in grado di svolgere anche un importante ruolo di cura e prevenzione dal deperimento psico-fisico e sociale del bambino, dell’adulto e dell’anziano.
La ginnastica correttiva e medico-ortopedica
La ginnastica ortopedica appartiene alla medicina della riabilitazione e della correzione dell'apparato locomotore, i cui organi di movimento sono le ossa e il complesso articolare, i muscoli, i tendini e i legamenti.
Essa fa la sua prima importante apparizione nel nostro Cantone attorno agli anni 1940 grazie al prof. Giorgio Miez, il quale, oltre che praticare a favore dell’adulto e dell’anziano, ne promuoverà in seguito la diffusione anche all'interno della scuola pubblica a sostegno della cura e della prevenzione per la salute posturale del bambino e dell'adolescente (ginnastica correttiva).
La ginnastica correttiva (anche detta educativa e formativa) è indicata ai bambini della scuola materna ed elementare che, durante i cosiddetti “anni d’accelerazione”, presentano chiari segni d'alterazione delle funzioni muscolo-scheletriche. Ciò rende opportuna una regolare assistenza terapeutica nello sviluppo delle sue capacità d'integrazione motoria almeno fino alla conclusione del periodo di crescita dell'apparato locomotore, cioè attorno ai 20 anni circa.
La ginnastica medico-ortopedica è indicata agli adulti e alle persone della terza età che presentano dei disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico non gravi e che desiderano venir assistiti regolarmente al fine di recuperare, integrare e mantenere le proprie indispensabili capacità motorie per uno stabile stato di salute psico-fisica.
La ginnastica medico-ortopedica, nel caso di disturbi medio-gravi, non sostituisce il compito del medico specialista e del fisioterapista.
Il compito della ginnastica medico-ortopedica
Il compito della ginnastica medico-ortopedica e correttiva è quello di ripristinare i fisiologici equilibri posturali e i corretti gesti motori di coordinazione e propriocezione motoria in statica e in deambulazione. Nel compito è prevista l’opera educativa di un programma personalizzato d’esercizi terapeutici da svolgere in seguito a casa (cura e prevenzione) e d’importanti norme igieniche (come stare in piedi e sedere correttamente, come portare i pesi, come curare l’alimentazione, come introdurre durante la giornata brevi spazi di ricreazione ginnica, eccetera).
Esame e rieducazione posturale
Un corretto intervento riabilitativo, nonché preventivo, deve mirare innanzitutto al riallineamento posturale attraverso una accurata analisi tecnica iniziale, in statica e in dinamica, facilitando la definizione della diagnosi e il progetto di un programma personalizzato di rieducazione motoria.
Bambini: la lezione, individuale o in piccolo gruppo, alla quale il genitore è caldamente invitato a presenziare, ha la durata di circa un’ora e si basa sullo svolgimento di precisi e dinamici esercizi di ginnastica che vengono perlopiù insegnati attraverso il gioco e l'utilizzo di materiali adatti, come: palloni di diverse misure, corde, cesto da basket, racchette da tennis, bastoni da mini-hockey, cerchi, anelli, spalliera, trampolino, materassini e materassi da palestra, eccetera.
Adulti e anziani: la lezione, individuale o in piccolo gruppo, si basa sull’insegnamento di precisi esercizi ginnici che, sempre sotto il controllo del terapista, vengono in seguito eseguiti dall’utente a corpo libero o sul lettino (ginnastica attiva o passiva). La lezione viene svolta anche grazie al contributo dello specchio, spalliera, anelli, materassini, palloni di diverse misure, corde, cesto da basket, racchette da tennis, cerchi e altro materiale adatto al lavoro di recupero e mantenimento delle capacità locomotorie.
A dipendenza dei casi, vengono inoltre integrati dei trattamenti di massaggio medico e di mobilizzazione muscolo-articolare, trattamenti kinesiologici e di riorganizzazione neuro-motoria, ginnastica respiratoria, eccetera.
Principale campo d'intervento per bambini e adolescenti
Difetti simmetrici del busto (deviazioni sull'asse antero-posteriore)
- Cifosi e forme affini, o similari, o collegate:
spalle addotte; dorso curvo; scapole alate; collo di cigno o da gallinaceo;
Morbo di Scheuermann.
- Spalle ad attaccapanni: spalle spioventi; rigide; a collo di bottiglia; dorso piatto.
- Torace carenato; a botte; astenico; piatto; infossato.
- Lordosi e forme affini, o similari, o collegate: addome prominente; addome ptosico.
- Rigidità lombosacrale.
Difetti asimmetrici del busto (deviazioni sull'asse laterale)
- Prescoliosi e scoliosi compensata e non, a una curva, a più curve; spalle e scapole asimmetriche; torace asimmetrico; deviazioni del bacino e della testa.
Difetti degli arti inferiori
- Varismo e valgismo del ginocchio e del piede.
- Piede piatto, piede cavo.
Forme miste
- Adiposità paramorfica; portamento rilassato; generale debolezza o rigidità
muscolo-articolare; cifolordosi; cifoscoliosi; valgismo e piattismo.
Disturbi della deambulazione
- deficit propriocettivi; d’integrazione emisferica; d’equilibrio e di coordinazione dinamica.
Disturbi psicosomatici
Disagi relazionali (psico-emotivi)
Principale campo d'intervento per adulti e terza età
Disturbi della schiena e delle spalle
- lombalgia; lombo-sacralgia; lombo-sciatalgia; cervicalgia; dorsalgia; sindrome
parvertebrale; discopatia; ernia del disco.
- Iperlordosi lombare (addome prominente).
- Ipercifosi dorsale (dorso rotondo); torace carenato o infossato; dorso piatto o a
botte; morbo di Scheuermann; morbo di Bechterew (dorso curvo fisso).
- Scoliosi e prescoliosi (deviazioni laterali della colonna vertebrale); deviazioni del
bacino e della testa; spalle e scapole asimmetriche; torace asimmetrico.
- Scapole alate, spalle addotte; spalle ad attaccapanni; spalle spioventi; spalle a
collo di bottiglia.
Disturbi del bacino, delle anche e degli arti inferiori
- Algia sacro-iliaca, sindrome del piriforme, sciatalgia, cruralgia, coxalgia e
coxartrosi, pubalgia.
- Gonartrite e gonartrosi; meniscopatie; valgismo o varismo del ginocchio;
tendinopatie; legamentopatie.
- Metatarsalgie; varismo e valgismo del piede; piede piatto o cavo; alluce valgo;
neuroma di Morton; dita a martello o ad artiglio; tendinopatie; legamentopatie.
Disturbi degli arti superiori
- Brachialgie, periartropatie scapolo-omerali, rigidità delle spalle; epicondilopatie,
metacarpalgie; tunnel carpale, debolezza/rigidità muscolo-articolare.
Forme miste
Alterazione generale della postura; mialgia e polimialgia; artropatie; fratture ossee; tendinopatie; legamentopatie; neuropatie, cicatrici, calcificazioni; adiposità paramorfica; disturbi della respirazione.
Disturbi neuro-motori (deficit propriocettivi, dell’equilibrio e della coordinazione motoria)
- Morbo di Parkinson; sclerosi multipla; distrofia muscolare; paralisi e paresi parziale; disturbi della deambulazione.
Altri disturbi
- Disturbi della concentrazione; disturbi del sonno; astenia psico-fisica;
disagi psicosomatici; disagio relazionale (psico-emotivo).
La storia del massaggio: l’arte di guarire
Ippocrate, il più importante medico greco dell’antichità, vissuto tra il 460 a.C. e il 377 a.C., le cui norme etiche hanno ispirato il codice che tuttora viene sottoscritto dai medici (il Giuramento d’Ippocrate), scrisse: “Il medico deve sapere tanto ed essere esperto in molte cose: tra queste, senza dubbio, deve saper massaggiare”.
Il massaggio manuale, assieme ai bagni terapeutici e agli esercizi ginnici, è certamente ancora oggi una delle forme terapeutiche più remote e naturali in grado di procurare una gradevole sensazione di benessere corporeo e di distensione psicologica. Infatti, attraverso le sue numerose e differenti manovre manuali (trazioni, palpazioni, sollecitazioni con forti o leggeri tocchi, eccetera), il massaggio riesce a stimolare validamente la fisiologica struttura propriocettiva a beneficio dell’apparato locomotore, questo sofisticato e dinamico meccanismo di contrazione e rilassamento della struttura muscolo-articolare che, soprattutto nell’uomo moderno, tende a sbilanciarsi per gli innumerevoli quanto sfavorevoli carichi fisici e psico-emotivi.
I primi riferimenti inerenti al Massaggio sono stati trovati in manoscritti cinesi risalenti circa al 2700 a.C., nei quali vengono indicati, oltre a utili esercizi ginnici, diversi tipi di massaggio manuale il cui scopo è il raggiungimento di un corretto equilibrio tra le funzioni neuromotorie, organiche e bioenergetiche. Nondimeno, in alcuni testi di medicina indiana (Ayurveda), i più vecchi dei quali risalgono a circa 2500 anni fa, sono riportate precise illustrazioni e spiegazioni relative differenti tecniche di massaggio, raccomandate, tra l’altro, anche a scopo igienico-curativo. In Oriente, questa antica pratica così importante per la salute fisica e spirituale dell’individuo, ancora oggi viene considerata al pari dell’intervento medico.
Dall’estremo oriente, poi, si assistette ad una lenta quanto importante espansione delle varie tecniche attraverso il Giappone, Persia, Egitto, Grecia, tanto che anche i paesi più occidentali ne poterono carpire i segreti, verificandone l’efficacia ed evolvendone le tecniche.
Gli antichi medici greci e romani consideravano il massaggio come una delle principali terapie per contrastare dolorosi squilibri muscolo-scheletrici, rigidità degli strati connettivali superficiali e, in maniera riflessogena, profondi. Inoltre, con il massaggio si curavano i disturbi della circolazione sanguigna e linfatica, i disturbi da traumi e da ferite con cicatrici ed esso consentiva un più facile assorbimento attraverso la pelle di pomate, oli, unguenti e altri prodotti curativi.
I romani dell’antica Roma davano molta importanza alle cure effettuate agli ospiti delle terme, dove questa arte veniva utilizzata anche per il rilassamento e le cure di bellezza. Galeno, (131-201 d.C.), medico greco dell’imperatore Marco Aurelio, dedicò a questa forma terapeutica una nutrita serie di testi, nei quali affermava quanto fosse curativa per alleviare dolori e tensioni muscolari e utile per ritardare l’insorgere della fatica, soprattutto durante le dure battaglie.
Gli Egiziani, all’epoca di Cleopatra, consideravano il massaggio un’arte sacra al pari dei vari rituali religiosi e divinatori e amavano farsi massaggiare dai propri schiavi anche immersi in vasche d’acqua profumata. Omero, celebre poeta greco dell’VIII sec. a.C., nell’Odissea scrisse anch’esso del massaggio come di un trattamento per il recupero della salute fisica e della forza di volontà dei guerrieri.
Mentre in Oriente, l’impiego del massaggio non venne mai a decadere nell’arco di millenni, in Occidente, durante il Medioevo, il massaggio fu abbandonato poiché ogni forma di palpazione del corpo, infatti, era considerata peccaminosa.
Questa tecnica curativa venne in seguito riscoperta solo nel Rinascimento, grazie alla preziosa ricerca del medico svedese Henrik Ling (1776-1839). Fu grazie alla sua saggia iniziativa di codificare le diverse tecniche che, verso la fine del XIX secolo, il massaggio manuale cominciò ad essere adottato pressoché regolarmente come trattamento medico. Difatti, nel 1894, otto professioniste fondarono la Society of Trained Masseurs: in pratica, la caposcuola dell’attuale Albo dei Fisioterapisti.
Oggigiorno, gli studi e la ricerca medico-scientifica riconoscono ampiamente il valore del massaggio a scopo terapeutico nell’ambito della medicina riabilitativa (massofisioterapia), reumatologica, vascolare, preventiva, sportiva ed estetica.
Proprio per via del naturale bisogno dell’individuo di vivere una buona e costante relazione con le sensazioni del proprio corpo e con le proprie emozioni, il massaggio va considerato soprattutto per il suo valore culturale, comunicativo e di contatto umano.
Il Coaching mentale per sportivi e la sua applicazione
Il Coaching mentale per sportivi basa la sua applicazione su importanti principi psico-relazionali e su aspetti metodologici e tecnici della pratica stessa, in cui i temi dell’osservazione, della considerazione, della restituzione, dell’importante rapporto tra prescrizione e discrezionalità sono basilari.
Il suo intervento, di norma, è richiesto direttamente da atleti professionisti e dilettanti di sport individuali e di squadra che desiderano acquisire maggiore equilibrio psico-fisico per riconoscere e portare in evidenza le personali espressioni della propria genialità (risorse mentali e fisiche) e far corrispondere la propria prestazione sportiva reale a quella potenziale.
Forte di tutti gli appassionanti contenuti che ogni disciplina sportiva sa portare con sé, (e, naturalmente, di tutti quelli che provengono dall’ambiente familiare, professionale, scolastico, eccetera), lo sportivo che richiede un accompagnamento mentale per migliorare le proprie prestazioni agonistiche, di norma sta già vivendo un concreto e positivo momento d’indagine personale e di ricerca della propria identità psico-sportiva.
Il compito del coach mentale diventa quindi quello di sostenerlo nel recuperare le proprie potenzialità di scelta autonoma e la fiducia di essere, egli stesso, in grado di esaminare situazioni e comportamenti incerti per trovare quei nuovi, piccoli agganci da cui sia possibile originare un favorevole cambiamento sportivo-esistenziale.
Il Counseling psicogenerativo
Quando si parla della funzione professionale del Counselor, in primo luogo ci si riferisce a quel servizio psico-sociale che si svolge nell’ambito delle relazioni d’aiuto.
Per quanto concerne la figura del Counselor, esso è un professionista in possesso di una chiara conoscenza scolastica di psicologia, di una competente abilità tecnica e metodologica che deriva dal proprio indirizzo formativo, di buone attitudini relazionali e funzionali quali l’accoglienza, l’ascolto attivo, la mediazione e, non da ultimo, di un valido modello comunicativo caratterizzato perlopiù da una profonda empatia.
Il Counselor, proprio per mezzo delle sue caratteristiche professionali e personali, s’inserisce distintamente in quella fascia di collegamento fra le discipline professionali della psicologia e della psicoanalisi e le memorabili figure istituzionalmente rappresentative quali i genitori, gli amici, i docenti, i monitori.
Il counselor, che, di fatto, accoglie l’utente per un tempo ben definito nella cornice protetta del suo ufficio, mediante il buon utilizzo degli strumenti della comunicazione e in virtù della chiara consapevolezza di lavorare con rispetto, imparzialità e correttezza etica, funge da dispositivo fondamentale affinché il lavoro nella relazione d’aiuto sia in grado di procedere con e per la persona accolta, configurando, sviluppando e mantenendo il processo evolutivo della stessa. Con la coscienza di saper costruire con l'utente un rapporto di fiducia e di condivisione, un passo alla volta il Counselor predispone le condizioni migliori affinché la persona si senta trasportare spontaneamente nella direzione di far emergere i contenuti del proprio disagio e di depositarli nel contenitore comune (setting terapeutico), dando così impulso a nuove aperture mentali e concreti cambiamenti esistenziali.
In conclusione, il Counseling psicogenerativo, per certi versi si potrebbe definire un’arte maieutica: che non intende, cioè, né addestrare né curare a tutti i costi. Piuttosto, con osservanza e discernimento, il Counselor sostiene l’individuo in difficoltà a recuperare le proprie potenzialità di scelta autonoma e la fiducia in sé di saper esaminare situazioni e comportamenti incerti, affinché egli possa trovare anche solo un nuovo piccolo aggancio, spesso cruciale, da cui sia possibile originare un favorevole cambiamento esistenziale.
Giorgio Miez, ginnasta e Maestro... (Testo di Roberto Bortolin)
Giorgio Miez è conosciuto ai più per lo straordinario talento sportivo grazie al quale ha saputo distinguersi per oltre un decennio nell’ambito della ginnastica artistica mondiale. Numerose sono le medaglie olimpiche e mondiali conquistate grazie a vere e proprie imprese d’altri tempi, che lo collocano ancor oggi al primo posto nell’albo dei ginnasti svizzeri più decorati nelle competizioni mondiali.
Nondimeno, egli fu anche e soprattutto il precursore delle terapie riabilitative della postura (terapie ortopediche) e dello sviluppo della ginnastica correttiva nella scuola pubblica e privata del Canton Ticino.
Giorgio Miez nacque il 2 ottobre 1904 a Winterthur e trascorse la sua gioventù a Töss, con i genitori e i suoi due fratelli. “Grazie a Dio…”, ripeteva spesso, “… sono cresciuto in campagna, in mezzo alla natura e soprattutto in una famiglia semplice e di sani principi, molto allegra e sportiva.” Il padre Arthur, consapevole dell’ardore e della notevole propensione del figlio all’esercizio fisico, lo introdusse, ancora bambino, ai primi allenamenti nella società locale di ginnastica agli attrezzi. Ed è proprio con i suoi familiari che Giorgio Miez condivise per decenni questa passione, ricevendo sempre sostegno e utili consigli, che lo aiutarono a diventare il grande campione che tuttora ricordiamo.
Dopo le scuole dell’obbligo, da poco terminata la prima guerra mondiale, egli fu assunto alle dipendenze della Fabbrica nazionale di motori e locomotive (Loki Winterthur), in cui già lavorava il padre e, alternando gli allenamenti al lavoro, riuscì a terminare il tirocinio professionale. I faticosi e quotidiani allenamenti e i concorsi sportivi che lo vedevano regolarmente piazzarsi al primo rango, sia nelle gare individuali sia in quelle di sezione, portarono Giorgio Miez, non ancora ventenne, a lasciare il lavoro per il mondo della ginnastica. Infatti fu proprio in quel periodo che egli entrò nei ranghi nella squadra nazionale svizzera di ginnastica artistica, con la quale partecipò per la prima volta ai giochi olimpici di Parigi nel 1924 (medaglia di bronzo nel concorso a squadre), sotto gli auspici del motto usato proprio in quell’occasione per la prima volta: “Citius, altius, fortius.”, ovvero: “Più veloce, più alto, più forte.” In seguito Giorgio Miez disputò i giochi olimpici di Amsterdam nel 1928 (medaglia d’oro sia nel concorso individuale sia a squadre, medaglia d’oro alla sbarra), di Los Angeles nel 1932 (medaglia d’argento al corpo libero) e infine quelli di Berlino nel 1936 (medaglia d’argento nel concorso a squadre, medaglia d’oro al corpo libero). Nel 1934 partecipò ai campionati del mondo di Budapest, dove vinse la medaglia d’oro al corpo libero. Giorgio Miez già da bambino aveva le idee in chiaro sul suo futuro e, a chi gli domandava cosa gli sarebbe piaciuto fare da grande, rispondeva: “Vorrei diventare un campione di ginnastica artistica, capitano dell’esercito e insegnare ginnastica per il resto della mia vita.”
E, infatti, fu proprio così! …
Durante il periodo in cui si dedicava con disciplina all’allenamento personale e in cui raccoglieva numerosi riconoscimenti nell’ambito olimpico e mondiale (dai diciannove ai oltre trentaquattro anni), gli venne richiesto di insegnare ginnastica artistica sia in terra elvetica sia olandese. Proprio la squadra nazionale olandese approfittò per diversi anni delle sue qualificate competenze, benché egli fosse poco più che ventenne. Dopo la scuola reclute Giorgio Miez frequentò la scuola per ufficiali fino a conseguire il grado di capitano dell’esercito svizzero. Nell’armata svizzera, diversi anni più tardi, fece la conoscenza del generale Henri Guisan e di diversi alti graduati, dai quali, riconosciutagli la competenza, fu incaricato di sviluppare un nuovo programma di ginnastica militare. Egli propose un programma di ginnastica moderno e dinamico, che fu subito introdotto a sostituzione di quello prussiano del Prof. Dr. Mülly.
Nel 1928 la direzione scolastica di Chiasso (cantone Ticino) ebbe la brillante idea di avvicinarlo e di offrirgli un posto d’insegnante di ginnastica (educazione fisica) e, parallelamente, di monitore di ginnastica artistica per la locale sezione. Miez accettò la proposta e si trasferì a Chiasso, benché in quegli anni fosse stato richiesto a più riprese come allenatore della squadra nazionale americana di ginnastica artistica. Nello stesso periodo, varcando sovente il San Gottardo, riuscì comunque a diplomarsi alla scuola privata del Prof. Dr. E. Matthias di Monaco di Baviera come terapista della riabilitazione posturale e insegnante di ginnastica ortopedica. In seguito a ciò, e in virtù della sua competenza ed esperienza professionale, l’università di Monaco di Baviera, per alcuni anni, gli conferì l’incarico di docente nei corsi di ginnastica e di formazione per insegnanti di educazione fisica. Più tardi, inoltre, egli mise le sue conoscenze professionali a disposizione anche di un pubblico di ascoltatori, aderendo alla richiesta di una stazione radiofonica della Svizzera interna di diffondere, via etere, quelle che furono le primissime lezioni mattutine di Cultura fisica, cura e prevenzione alla salute.
Anche grazie ai nuovi studi e alle esperienze professionali vissute oltre Gottardo, ritornò a Chiasso con idee e progetti da sviluppare sia nell’ambito della ginnastica formativa, educativa e correttiva, sia, soprattutto, nella vita privata. Nel 1934, infatti, attorniato dai familiari e dai tanti amici, si unì in matrimonio con la signora Angela Pereda dalla quale ebbe due figlie, Sonia e Sandra, e in seguito due nipoti. Negli anni successivi, oltre ad impegnarsi nel campo dell’insegnamento della ginnastica nelle palestre del piccolo borgo di confine, durante i periodi di vacanza, estivi e invernali, egli era regolarmente invitato in Engadina, ospite di grandi alberghi (tra cui principalmente il Suvretta), affinché mettesse tutta la sua grande esperienza professionale a disposizione dell’aristocratica clientela (trattamenti terapeutici, lezioni di tennis e di sci, finanche lunghe passeggiate filosofiche nei boschi...).
Negli anni quaranta si trasferì con la famiglia a Lugano, dove la sua preparazione e il suo interesse a operare nell’ambito delle terapie riabilitative e dell’insegnamento della ginnastica lo portarono a creare un proprio spazio privato nel quale esercitare la propria professione. Nel 1945, appunto, egli istituì a Paradiso uno dei primi studi terapeutici privato del Cantone, dapprima denominato “Miez –Gesundheitskur”, e in seguito ribattezzato “Scuola Miez”. Alcuni anni prima, infatti, aveva fatto costruire un piccolo chalet per uso privato, attorniato da un piccolo giardino, proprio su quella riva del lago Ceresio chiamata Conca d’oro, ai piedi del monte San Salvatore. Fu proprio in questa simpatica e piccola baita che, grazie anche alla preziosa collaborazione della moglie, Giorgio Miez iniziò a dare assistenza alle persone svolgendo terapie riabilitative, sia sul lettino da terapia sia nella piccola palestra munita di vari attrezzi e apparecchiature. Appena possibile, le lezioni di ginnastica erano svolte all’aria aperta, in giardino o su una terrazza sul lago; inoltre, egli sviluppò un preciso programma di ginnastica in acqua (annunciandone l’attuale sviluppo) e introducendo i pazienti, per la prima volta nel Cantone, ai benefici della sauna finlandese, da lui stesso costruita.
Il suo Istituto, essendo privato, venne da subito principalmente frequentato da liberi professionisti e uomini politici, con i quali il prof. Miez allacciò ottimi rapporti sia terapeutici sia personali. Nel frattempo, egli mise sempre la propria esperienza professionale a disposizione dei diversi gruppi di ginnastica artistica, come pure di alcune società calcistiche di lega nazionale (tra cui il FcChiasso che, grazie anche al suo valido apporto come preparatore atletico, giocò la finale in Coppa Svizzera). Inoltre egli sostenne delle lezioni individuali con sportivi d’élite (i calciatori Laio Amadò e Frigerio, i ciclisti Koblet e Kübler, ecc.) e insegnò tennis, sci, pattinaggio e nuoto a migliaia di allievi nell’arco di decine d’anni.
Curò il fisico; ciò nondimeno, accompagnava l’insegna-mento anche con momenti di gioco, di dialogo e di ascolto, dai quali le persone, già a quel tempo, traevano sicuro beneficio psico-fisico. Solo pochi anni dopo erano già numerosissimi i pazienti che si sottoponevano alle sue preziose cure, riconoscendo appieno l’importanza del suo impegno a favore della salute.
Uomo lungimirante e avveduto, grazie anche all’innegabile sostegno di alcuni attenti uomini politici e di cari amici e collaboratori, propose e ottenne l’incarico dal Cantone di impostare all’interno delle scuole pubbliche cantonali un programma base di controllo e di correzione delle alterazioni posturali a favore della salute del bambino e dell’adolescente. Nacque così la ginnastica correttiva, di cui divenne poi il primo ispettore scolastico cantonale, realizzando così un altro dei suoi sogni più cari: “… curare quei bambini e quegli adolescenti - la gioventù - che hanno pochi mezzi a disposizione per essere seguiti.” Pur impegnato su più fronti, grazie anche a una forza e una resistenza fisica fuori dal comune che lo contraddistinsero per tutta la vita (“… mai un raffreddore, mai un mal di gola, mai un’influenza da quando lo conosco.”, dirà la moglie Angela dopo più di cinquant’anni di matrimonio), egli riuscì sempre a mantenere attiva la sua scuola privata. Inoltre, tenne sempre fede al legame con la ginnastica artistica svizzera, partecipando ben volentieri come spettatore alle manifestazioni ginniche nazionali e internazionali. Nel rispetto, duraturo e amichevole, con vecchie e nuove glorie della ginnastica artistica, egli redisse anche per diversi anni articoli per un periodico sportivo confederato. Fu anche autore di numerose tavole e di utili libretti riguardanti la ginnastica, la prevenzione e la cura del corpo (“Schlechte Körperhaltung”, “Bleib beweglich und dadurch jung”, “Dreiminuten-Turnsystem Miez”, “Entfettungs-Gymnastik” ecc., stampati “alla nostrana” e anche tradotti in lingua italiana), che distribuì non solo a bambini e adolescenti, ma anche agli adulti, agli anziani e a quelle maestre e suore che operavano con ragazzi portatori di handicap, e che, per decenni, seguì e curò con sincero affetto, anche organizzando raccolte di abiti e iniziative varie.
Uomo volonteroso e dotato di una singolare elasticità mentale, precorse i tempi, e già negli anni cinquanta, entrò in contatto amichevole con il maestro di yoga Selva Raja Jesudian, dal quale trasse spunto per fondere, con fine intuito, le tecniche terapeutiche tradizionali ai naturali quanto efficaci esercizi di yoga. Continuò a perfezionare la sua preparazione nel campo della cura con l’acquisizione di sempre nuovi elementi terapeutici che, ora, assumono universalmente il nome di fisioterapia, cinesiterapia, tecniche di mobilizzazione muscolo-articolare, rieducazione motoria, integrazione posturale, bioenergetica, stretching distrettuale, pratiche di coordinazione e d’integrazione emisferica, training autogeno, eccetera. In questo periodo, alcuni amici, docenti, sportivi e monitori di ginnastica, lo esortarono a sviluppare un programma di formazione per terapisti nel campo della rieducazione posturale. Accettò di buon grado l’impegno e, perfezionato il nuovo programma per l’insegnamento della “Ginnastica ortopedica, metodo prof. G. Miez”, cominciò a divulgare instancabilmente per anni il proprio sapere a quelle persone che, senza dubbio, con lui furono le avanguardie dell’attuale fisioterapia.
Nel 1969 trasferì il proprio domicilio da Lugano a Pazzallo. Il Municipio, nel dicembre del 1992, gli concesse la cittadinanza onoraria in omaggio alla sua lunga e, per certi versi, inimitabile carriera sportiva, nonché per la sua generosa attività nell’ambito della ginnastica correttiva e educativa, con la quale aveva saputo aiutare e forgiare intere generazioni di giovani.
All’età di 85 anni, in perfetta forma psico-fisica, si ritirò definitivamente dalla “competizione professionale”, dopo aver istruito il suo ultimo allievo, al quale cedette la completa gestione della Scuola Miez a partire dal maggio 1989. Trascorse i successivi dieci anni facendo visita quasi quotidiana alla sua Scuola, passando “oltre il tempo”, scherzando e filosofando con il suo ex-allievo, amico e successore e, di tanto in tanto, rivedendo con grande piacere alcuni ex-allievi, sempre sue vecchie e care conoscenze.
“... con quel suo sguardo azzurrino, sempre attento e limpido di chi ha vissuto e goduto innumerevoli avventure, ogni volta si sedeva, calmo, sulla sua vecchia sedia davanti alla scrivania. Parlava con voce chiara, osservando di là della finestra il tanto amato lago, che per oltre cinquant’anni gli aveva raccontato i segreti del proprio straordinario e insolito ondeggiare; dei suoi a volte lievi e a volte echeggianti suoni; dei propri mutevoli colori e delle sue ombre; dei suoi tanti odorosi vapori che anticipano e poi accompagnano il tempo che cambia. Poi, su, col naso e con lo sguardo, verso i profili delle montagne e il cielo.”
“Der Hüter unserer Gesundheit” (“Il custode della nostra salute”), il soprannome amichevole con cui amavano chiamarlo coloro che più l’avevano conosciuto e stimato, si spense serenamente a novantaquattro anni, il 17 aprile 1999. La Scuola Miez, orfana del proprio fondatore e con ben oltre mezzo secolo di storia alle spalle, si preparò a lasciare la scena con la stessa semplicità e spontaneità con cui si era mostrata al pubblico la prima volta. Mantenne integro fino all’ultimo lo spirito di chi l’aveva fondata nel 1945 e, nel luglio 2001, chiuse definitivamente i battenti, lasciando di sé e del prof. Giorgio Miez un luminoso quanto indelebile ricordo.
Uomo di grande spirito, coraggioso, determinato, ottimista, allegro e spontaneo, instancabile lavoratore, Giorgio Miez godette tutta la vita di una salute di ferro e di un fisico forte ed elastico in maniera inverosimile; a novant’anni, su richiesta di un giornalista del giornale Blick, riuscì ancora senza difficoltà a fare la spaccata e a strappare il cavallo dei pantaloni. Possedeva un talento innato per riconoscere facilmente i difetti della postura e, allo stesso modo, grazie alla sua mente rotonda, aveva la capacità di sciogliere le difficoltà e i disagi fisici di chi si rivolgeva a lui.
Con i tratti fini e al contempo decisi, i modi cortesi ma, a volte, così duri, tipici di chi sa di avere il compito di educare, sapeva mantenere sempre una costante calma e chiarezza dentro di sé. Visse con brio e con serenità la maggior parte della sua vita e, in là con gli anni, condivise sempre più con l’amata moglie Angela la semplicità delle cose, riscoprendo in ogni piccolo gesto, in ogni scontata cosa, un gradito dono. Ma era soprattutto quando parlava della Libertà e della difficile impresa di compiere i numerosi passi liberatori dagli attaccamenti umani che, allora, egli diventava un vero Maestro di vita...
A ottant’anni, qualche tempo prima della conclusione della sua attività professionale, nella sua breve e semplice biografia, scrisse:
“Gli ultimi anni della mia vita non potrebbero essere stati più belli, in seno alla mia famiglia. Soprattutto, sono grato di questi meravigliosi, felici cinquant’anni di matrimonio, dei quali abbiamo superato gli alti e bassi restando nella pace e fondendo l’arte di vivere del Nord e del Sud. Per tutto il tempo che mi resta da vivere serberò gratitudine verso tutte le persone che hanno reso la mia vita tanto bella e preziosa. A ogni giovane sportiva e a ogni giovane sportivo auguro la salute, la fortuna e il successo che a me sono stati concessi.”